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MAGIC ALBERT: LA MAGIA DIVENTA ARTE

Che la magia fosse considerata arte non nutrivamo dubbi, ma che un mago-prestigiatore potesse trasformarsi in un artista degno di questo nome non è cosa che accade tutti i giorni.


Il nome di Alberto Carcerano, in arte "Magic Albert", è più noto nei circoli della magia (e su questa rivista) che nelle sale di qualche austera galleria espositiva.

Eppure il suo approccio magico si esprime in tutta la sua espressività nei confronti dell'arte pittorica.

Gli abbiamo chiesto, dunque, le motivazioni che lo hanno spinto a utilizzarla  insieme agli obiettivi della propria arte.

È nata prima la passione per la pittura o per la magia? 

La prima passione è stata nel 2003 per la magia. Solo nel 2017 mi sono dedicato anche tecnicamente all'arte, in particolare la pittura, verso cui avevo sempre avuto una predilezione.

Parliamo dello stile e dell’ ideazione: come prendono forma i soggetti?

Per l’ideazione dei quadri - che sono prevalentemente realizzati con tempera su carta o tela in tecnica mista - metto in posa i soggetti e inizio a disegnare con matita o carboncino. Finita la bozza preliminare inizio a colorarlo con la tempera. Finito il dipinto incollo la tela su carta e infine eseguo gli ultimi ritocchi.  La mia arte è un invito a osservare la scena, un esercizio per seguire l’esempio di Caravaggio, Giovanna Garzoni, Munari: un modo per darsi uno scopo, cercando di acquisire una seconda vista che ci permetta di vedere oltre. Nei miei quadri mi concentro sul particolare senza perdere di vista il contorno delle cose. 


C'è in particolare un artista da cui hai attinto maggiormente ispirazione? 

Certamente, oltre a quelli che ho citato prima, un artista che ho sempre trovato notevolmente espressivo fin dalle sue prime opere è  Van Gogh:  a lui mi sono ispirato quando ho messo sulla tela le mie prime nature morte. Qualcuno ci ha visto proprio un omaggio al grande artista.


Cosa rende la pittura diversa dalle altre tecniche artistiche come la magia? 

Direi che ci sono più analogie che differenze tra queste due forme di espressioni estetiche. Partiamo dal presupposto che siano entrambe forme d’arte, perché lo sono.

Ciò che le unisce da un fil rouge neppure tanto sottile è che possono essere "esibite" in pubblico. Ma la cosa che le rende uniche e indivisibili porta il nome di  quella che noi maghi chiamiamo "fascinazione", ovvero la capacità di produrre quasi uno stato ipnotico, estatico. Provate a osservare il pubblico di fronte a un'opera d'arte o a un effetto magico e troverete identiche espressioni facciali: ci avete fatto caso?

E in effetti un trucco magico, quando eseguito bene, è un'opera d'arte e diventa un marchio distintivo di un artista. 

Potete seguire Magic Albert su INSTAGRAM, sulla sua pagina FACEBOOOK,  e sul suo sito web magicalbert.it




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