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IL SILENZIO DI HOLLIWIND

Scienza e magia in salsa noir nell'urban fantasy di Luca Bellini e The Evil Company, presentato a Lucca Comics & Games 2018.


STRANIMONDI – Fra i tanti Stranimondi che abbiamo esplorato nella nostra rubrica, ce ne sono diversi nei quali scienza e magia convivono in maniera più o meno pacifica. Ci sono tante sfumature di questa coesistenza – dal conflitto esplicito all’occupazione di diverse nicchieconcettuali e teoriche – che traggono ispirazione dal complesso rapporto fra ragione e mistero, e forniscono interessanti spunti di riflessione sulla rappresentazione della scienzanell’immaginario collettivo.

In questo solco si inserisce The silence of Hollowind, un’ambientazione per giochi di ruolo realizzata da Luca Bellini e The Evil Company, resa possibile grazie a una campagna Kickstarterche ha raccolto più di undicimila euro e presentata a Lucca Comics & Games 2018. Si tratta di un urban fantasy che mescola atmosfere noir e pulp ispirate all’America degli anni ’30 con diversi elementi sovrannaturali – orchi, elfi, giganti, fantasmi e via dicendo.



La trama

Hollowind è una nazione giovane, nata dalla ribellione contro le famiglie arcane che per lungo tempo hanno imposto il loro volere e coinvolto la popolazione nei loro intrighi. Molti furono i fattori che portarono alla caduta della magocrazia – la rabbia dei rivoltosi, l’uso di armi avanzate, la partecipazione dei giganti, le faide fra stregoni – ma il principale è senza dubbio la Peste Arcana, un morbo che colpì sia gli arcanisti sia i non-arcanisti e che continua a mietere vittime.

Benché la sua origine sia ancora un mistero, la causa scatenante della Peste Arcana fu l’abuso della magia da parte delle famiglie arcane; il potente Merlino ne limitò l’utilizzo con un Editto che però non bastò a placare la popolazione inferocita ma, al contrario, confermò le colpe degli arcanisti. La Purga spazzò via la magocrazia dalle cui ceneri nacque Hollowind, il cui governo eletto si affrettò a bandire la magia.

Dopo alcuni anni di rigida proibizione, il governo decise però di modificare il primo articolo della Costituzione, la cui nuova formulazione recita: “Hollowind è uno stato democratico basato sulla libertà e sul rifiuto della magia non regolamentata”. L’unica forma di magia legalmente accettata è rappresentata dai Glifi, simboli arcani sviluppati per scopi specifici che anche prima della rivolta erano accessibili anche ai non-arcanisti. È stato proprio l’uso sorvegliato di questi Glifi – combinato con il rinnovato impulso all’indagine scientifica – a consentire il rapido e vigoroso progresso tecnologico di Hollowind, che è così diventata una megalopoli industrializzata (ma anche dipendente dalla preziosa manalite, il minerale che fornisce energia agli apparecchi glifici).
Il rapporto tra scienza e magia

Ci sono Glifi nelle luci che illuminano case e strade, nei motori delle automobili, nei forni e in molti altri oggetti di uso quotidiano, e il loro utilizzo è praticato anche nella medicina, sempre sotto l’occhio vigile dei Censori, uno dei Dipartimenti – insieme a Ordine, Persecutori e Rivelatori – che sorveglia tutte le attività magiche per catturare eventuali agenti filo-arcanisti. Insomma, il rapporto di Hollowind con la magia è in parte ambiguo: da un lato la sfrutta, sebbene in una sua forma meno potente e più controllata, dall’altro la condanna in quanto fonte di corruzione morale e fisica. E, nei laboratori, la studia con rigore e attenzione.

La ricerca scientifica ha infatti svelato molti aspetti interessanti sulla magia; per esempio, la colorazione bluastra del sangue degli arcanisti è data dal diverso aspetto dei loro leucociti, che invece di essere bianchi sono blu. Ciò, secondo gli esperti, potrebbe essere la conseguenza di un’antica mutazione che avrebbe conferito ai suoi portatori la capacità di manipolare l’energia magica che permea il mondo. Un passo importante per la scienza di Hollowind, visto che un tempo la popolazione credeva nell’origine divina dei maghi, quando in realtà le sue radici sono genetiche.

Spunti scientifici si trovano sparsi in tutto il manuale, nella caratterizzazione delle diverse genie (umana, nanica, elfica, eccetera), nella descrizione della flora e fauna locali, nell’immancabile bestiario e nella rappresentazione delle tante componenti della megalopoli.

Il manuale si presenta come un trattato storico su Hollowind, anche se in realtà si tratta più di un compendio sull’attuale situazione politica, economica e culturale della megalopoli – la cui caratterizzazione è ricca di sfaccettature – mentre la parte storica si concentra in una manciata di pagine, comunque molto interessanti, nella seconda metà del libro.
Un intreccio creativo

La grafica è molto curata ed evocativa, ed è stata affidata a tre artisti diversi: Mattia Rangoni è responsabile dell’aspetto reale di Hollowind e della commistione fra l’estetica fantasy e quella degli anni ’30; Laura Mondelli ha invece realizzato le illustrazioni che accompagnano la parte storica, tratte da antichi testi arcani; Alessandro Patria ha invece realizzato gli esempi di immagini estrapolate grazie al mnemo-identikit, una tecnica basata sull’applicazione di Glifi particolari alle retine di un testimone per ottenere le ultime immagini che ha visto.

Meno convincenti sono invece la scrittura – a volte poco scorrevole e con alcuni refusi – e l’organizzazione interna del manuale, che non sempre aiuta nella ricerca di specifiche informazioni (anche a causa dell’assenza di un indice analitico).

Manca anche una sezione dedicata alle regole ma questo è il risultato di una scelta ben precisa, perché Hollowind è un’ambientazione che può essere giocata con diversi sistemi: al lancio del Kickstarter esisteva solo l’adattamento per Savage Worlds e ne è stato fatto uno anche per la quinta edizione di Dungeons & Dragons (entrambi sono gratuiti e non ancora definitivi). Nel complesso, The silence of Hollowind si rivela dunque un prodotto interessante, al netto di alcuni difetti qualitativi, soprattutto per chi apprezza un intreccio ben fatto e creativo di scienza e magia, immerso nelle atmosfere fumose e noir di un gangster-movie degli anni ’30.

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